Sul cabernet franc si suol dire ch’è un ceppo del secondo piano. Completamente adeguato ai coupages di Bordeaux rimane, lo stesso, un po’ dal lato. Alla fine ha svolto, come poteva meglio, il suo ruolo: la sua karma era di dare vita al cabernet sauvignon, senza cui il mondo di vino rimarrebbe come senza mani.
I vini autentici non sono, di solito, vini semplici o facili. Per vini eccezionali è necessario prepararsi, altrimenti non sarà facile capirli e apprezzare l’eminenza. I cosiddetti vini quotidiani non sono spesso molto prominenti; anche nei paesi più ricchi, solo i gatti realmente grassi possono permettersi di consumare ogni giorno vini eccezionali. Vini quotidiani, industriali e come ancora li potremmo chiamare, sono prodotti in fabbriche; sono prodotti ed è difficile descriverli come si fa con le opere d’arte, anche se così dovrebbe vederle ogni nota decente di degustazione. Le note pubblicitarie non sono recensioni, in quanto le recensioni hanno più in comune con la critica d’arte che con la descrizione di una composizione chimica. La modernità mescola tutto sotto il pollice sullo schermo di tocco dello smartphone creandoci un vero casino e oscurando il significato; poi naturalmente la pigrizia induce il consenso con il disordine e quindi ci avviciniamo lentamente al bordo oltre cui neanche troveremo un vino qualunque.
Come ha detto un attore polacco Jerzy Stuhr in un’intervista televisiva: non è nessun ruolo dell’arte di mitigare le contraddizioni e di cancellare i conflitti. L’arte deve provocare, costringere a pensare, far staccare dalla pigrizia quotidiana e stupefacente dei consumatori. I vini eccezionali, questi difficili, cui bisogna prepararsi, sono opere d’arte. Non hanno bisogno di consumatori pigri sui divani (sono loro davvero necessari, se escludiamo dalle considerazioni il mercato e il consumo vorace?) ma delle persone coscienti e intellettualmente robuste. Il vino deve strapparle dalla vita quotidiana e non abituarle a viverci dentro. Non si deve insegnare la schiavitù giacché è un’invenzione diabolica e contraria alla libera volontà.
Quindi ancora una volta ho trovato un ottimo vino, anche se non difficile, diciamo: magari non troppo difficile. E a un prezzo ragionevole. Di nuovo da Friuli che è la terra di bellissime montagne, di mare e di magnifici vigneti. Sicuramente il Signore fu molto generoso dando tutto proprio al popolo furlan.
Quindi un altro vino con un disegno assolutamente puro e naturale. Vi invito in Friuli.
Tenuta Fernanda Cappello Cabernet Franc Friuli Denominazione di Origine Controllata Grave, annata 2015, al prezzo di 39,00 PLN, comprato in un negozio di Kondrat Wina wybrane Sp. z o.o. a Varsavia (rosso secco, ceppi: cabernet franc), imbottigliato all’origine dalla Tenuta Fernanda Cappello, Friuli – Italia. Questa bottiglia riceve da me 96 punti – il vino è: assolutamente eccezionale.
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