Dopo aver sgombrato il campo dei pensieri da pessimisti con vini naturali, industriali, vegani o di caseina, o forse con sangue bovino in polvere, concludo che ci contano solo vini buoni contro vini cattivi. Tanto vini naturali quanto quelli industriali possono essere buoni, anche se non sarebbe un attributo necessario. A me, da qualche tempo, m’interessano i vini naturali, mentre quelli industriali, cerco di evitarli. Tra quelli naturali, con la stessa persistenza, trovo vinacci e capolavori e lo farò finché abbia forza.
Di nuovo torno alla mia denominazione italiana favorita Lison Pramaggiore. Ho menzionato Le Carline nella categoria di vini ecologici nella mia nota precedente di degustazione. Non sono capolavori, questi vini. Non posso neanche classificarli chiaramente come mediocri o cattivi, ma sono un po’ strani, per me, e nel loro sapore (in tutti e tre, cioè in Cabernet, Refosco e Merlot) sento un elemento irritante. Darò loro una buona nota, con un punteggio basso aspettando che qualcuno mi spieghi da dove viene questa irritazione.
A proposito di questo Refosco dal peduncolo rosso gli autori hanno scritto che era un vino austero, ma io non me ne accorgo. Dirò, o scriverò, di più, : il primo giorno il vino è leggermente dolce e austero diventa soltanto il secondo giorno. Sicuramente non ci esiste nessuna linea chiara di perfezione, nella mia bocca sento piuttosto un pasticcio, andando verso il succo di frutta con sfondo di liquirizia. Quella dannata liquirizia.
Le Carline Refosco Lison Pramaggiore Denominazione di Origine Controllata, annata 2015, al prezzo di 43,99 PLN per una bottiglia (0,75 l) comprato in un negozio Profil Wino srl, a Wolbrom, in Polonia (rosso secco, ceppi: refosco dal peduncolo rosso). Il vino elaborato e imbottigliato dall’azienda Le Carline – Italia. Questa bottiglia riceve da me 71 punti – nota buona.
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